Padre misericordioso,
che nel comandamento dell’amore
hai portato a compimento la legge e i profeti,
donaci un cuore capace di misericordia affinché,
ad immagine del tuo Figlio,
ci prendiamo cura dei fratelli
che sono nel bisogno e nella sofferenza.
Questa Colletta è la risposta orante dell’assemblea alla domanda di uno scriba a Gesù: “Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (Lc 10,25). La prima risposta è: amare Dio e il prossimo. La misericordia del Padre ci ha donato il comandamento dell’amore, che ci permette di vivere come Lui. La seconda risposta è la parabola del buon samaritano, con cui il Maestro spiega che cosa intende per “amore” (include anche il nemico) e rovescia la mentalità corrente. Fa passare dal “Chi mi vuol bene?” (domanda immatura) al “A chi io ho voluto bene?” (domanda dell’adulto responsabile che ha compreso il senso della vita). La prima lascia nell’attesa passiva, la seconda spinge a mettersi in movimento. Ognuno è prossimo di chiunque incrocia il suo cammino. La compassione ci rende attenti alla sofferenza dei fratelli, ci guarisce dalla fretta, si esprime in gesti concreti. Il modello è Gesù, che anche oggi, come buon samaritano, viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione ed il vino della speranza.
Nella prima lettura (Dt 30,10-14) è la Parola di Dio che accorcia le distanze: il cuore è il luogo dell’ascolto obbediente. Nella seconda lettura (Col 1,15-20) l’inno cristologico mostra come l’unificazione di tutte le cose operata da Gesù sulla croce non permette di considerare nessuno “non prossimo”. Oggi in chiesa siamo vicini, gli uni accanto agli altri, per imparare ad essere “prossimi” nella vita quotidiana. Del resto non siamo un solo corpo (Col 1,18)?
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Farsi prossimo
Padre misericordioso,
che nel comandamento dell’amore
hai portato a compimento la legge e i profeti,
donaci un cuore capace di misericordia affinché,
ad immagine del tuo Figlio,
ci prendiamo cura dei fratelli
che sono nel bisogno e nella sofferenza.
Questa Colletta è la risposta orante dell’assemblea alla domanda di uno scriba a Gesù: “Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” (Lc 10,25). La prima risposta è: amare Dio e il prossimo. La misericordia del Padre ci ha donato il comandamento dell’amore, che ci permette di vivere come Lui. La seconda risposta è la parabola del buon samaritano, con cui il Maestro spiega che cosa intende per “amore” (include anche il nemico) e rovescia la mentalità corrente. Fa passare dal “Chi mi vuol bene?” (domanda immatura) al “A chi io ho voluto bene?” (domanda dell’adulto responsabile che ha compreso il senso della vita). La prima lascia nell’attesa passiva, la seconda spinge a mettersi in movimento. Ognuno è prossimo di chiunque incrocia il suo cammino. La compassione ci rende attenti alla sofferenza dei fratelli, ci guarisce dalla fretta, si esprime in gesti concreti. Il modello è Gesù, che anche oggi, come buon samaritano, viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione ed il vino della speranza.
Nella prima lettura (Dt 30,10-14) è la Parola di Dio che accorcia le distanze: il cuore è il luogo dell’ascolto obbediente. Nella seconda lettura (Col 1,15-20) l’inno cristologico mostra come l’unificazione di tutte le cose operata da Gesù sulla croce non permette di considerare nessuno “non prossimo”. Oggi in chiesa siamo vicini, gli uni accanto agli altri, per imparare ad essere “prossimi” nella vita quotidiana. Del resto non siamo un solo corpo (Col 1,18)?
Sr. M. Rosangela Bruzzone