O Dio,
che affidi al lavoro dell’uomo le risorse del creato,
fa’ che non manchi il pane sulla mensa dei tuoi figli,
e risveglia in noi il desiderio della tua parola.
Il pane sulla mensa che chiediamo non manchi a nessun figlio di Dio ci ricollega al segno della moltiplicazione dei pani narrato dall’evangelista Marco la scorsa domenica. Oggi Giovanni offre il discorso di Cafarnao in cui Gesù conduce la folla dal pane materiale che sazia lo stomaco al pane che spegne ogni fame: non solo di cibo, ma di libertà, di giustizia, di verità, di bene, di pace, di felicità… di Dio!
Solo la fede ci fa riconoscere in Gesù “il pane della vita“ (Gv 6,35), quello vero disceso dal cielo per sfamare l’umanità una volta per tutte, per farci comprendere la bellezza dell’essere figli di Dio destinati ad una nuova esistenza, vissuta nella sua luce, per sempre. Partecipando alla duplice mensa della Parola e dell’Eucaristia siamo continuamente plasmati dal Vangelo che ascoltiamo e nutriti dal Corpo di Cristo, che infonde in noi nuove energie spirituali per non farci soccombere nelle prove. Come la manna permise agli israeliti di non morire di fame nel deserto così la Persona e la Parola del Maestro danno vita a noi, peregrinanti nel deserto di questo mondo spesso così lontano da Dio e orgogliosamente prigioniero della sua autosufficienza.
Ripetiamo con fiducia la supplica del salmista: “Donaci, Signore, il pane del cielo!”.
Sr. M. Rosangela Bruzzone