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Pane per il cammino

Guida, o Padre, la tua Chiesa pellegrina nel mondo,
sostienila con la forza del cibo che non perisce,
perché perseverando nella fede di Cristo
giunga a contemplare la luce del tuo volto.

 

Questa preghiera sottolinea la valenza comunitaria della liturgia: siamo riuniti come Chiesa. La proclamazione della Parola ci conferma nella verità, il nutrimento dell’Eucaristia corrobora la nostra speranza. Nel Vangelo Gesù si presenta come pane che si dona per sostenere il misterioso pellegrinaggio verso la vita eterna. Questo percorso è anticipato nella prima lettura, profeticamente annunciato dal tragitto compiuto da Elia verso il monte Oreb. Per due volte un angelo gli offre una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d’acqua. La forza di quel cibo consente al profeta di andare avanti per quaranta giorni verso l’incontro con il Signore (1 Re 19,8). Il viaggio dell’esistenza è impegnativo! Abbiamo tutti bisogno di vigore per affrontare le difficoltà, le delusioni, lo sconforto. E per lasciarci trasformare da Dio in fratelli “benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi” (Ef 4,32). La risorsa che ciascuno genera da sé è l’energia di chi si crede forte, ma che Dio confonde, scegliendo i deboli. La vera forza del cristiano viene dal cibo che non perisce, Gesù stesso. Perciò chiediamo di perseverare nella fede di Cristo: chi mangia di lui vivrà in eterno (cf Gv 6,51).

Il ritornello del salmo responsoriale 33 adombra un’interpretazione eucaristica: “Gustate e vedete com’è buono il Signore”. Quale umiltà di Dio! Il Verbo si è fatto carne, la carne si fa pane, il pane si fa Eucaristia perché possiamo “camminare nella carità”, senza “rattristare lo Spirito”.

Sr. M. Rosangela Bruzzone

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