O Padre di misericordia,
che in questo giorno santo raduni il tuo popolo
per celebrare il memoriale del Signore morto e risorto,
effondi il tuo Spirito sulla Chiesa
perché rechi a tutti gli uomini
l’annuncio della salvezza e della pace.
Le letture di questa domenica “della divina Misericordia”, tutte tratte dal NT, c’immergono ancora nel clima pasquale. “La sera di quel giorno, il primo della settimana” esordisce il Vangelo (Gv 20,19), È la Pasqua nella sua valenza reale, storica. “Otto giorni dopo” (Gv 20,26) era presente anche Tommaso. “Nel giorno del Signore” dice l’autore dell’Apocalisse (Ap 1,10). È la Pasqua nella sua valenza liturgica. La domenica la comunità si raduna per celebrare l’Eucaristia, memoriale di Cristo risorto che si fa presente all’assemblea, chiamata ad ascoltare la sua Parola e a spezzare il Pane nel suo nome. Giorno per invocare l’effusione dello Spirito, il medesimo alitato da Gesù sugli apostoli riuniti nel cenacolo (Gv 20,22). Giorno santo: della gioia, dell’incontro, del rendimento di grazie. Giorno da custodire e difendere nella nostra società, che ha sminuito la valenza del riposo domenicale riducendo la domenica ad un giorno come gli altri. Invece “questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo” (salmo 117,24),
L’incontro con il Risorto nella Messa domenicale non è solo una bella esperienza interiore, vagamente intimistica: spinge ad annunciare il Vangelo sulle strade del mondo. Come discepoli siamo inviati a testimoniare l’amore che ci accende, che rende le nostre parole eco della Parola, che passa da bocca a orecchio, da cuore a cuore. e suscita la fede in Cristo, il cui perdono offre salvezza e pace.26
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Nel giorno del Signore
O Padre di misericordia,
che in questo giorno santo raduni il tuo popolo
per celebrare il memoriale del Signore morto e risorto,
effondi il tuo Spirito sulla Chiesa
perché rechi a tutti gli uomini
l’annuncio della salvezza e della pace.
Le letture di questa domenica “della divina Misericordia”, tutte tratte dal NT, c’immergono ancora nel clima pasquale. “La sera di quel giorno, il primo della settimana” esordisce il Vangelo (Gv 20,19), È la Pasqua nella sua valenza reale, storica. “Otto giorni dopo” (Gv 20,26) era presente anche Tommaso. “Nel giorno del Signore” dice l’autore dell’Apocalisse (Ap 1,10). È la Pasqua nella sua valenza liturgica. La domenica la comunità si raduna per celebrare l’Eucaristia, memoriale di Cristo risorto che si fa presente all’assemblea, chiamata ad ascoltare la sua Parola e a spezzare il Pane nel suo nome. Giorno per invocare l’effusione dello Spirito, il medesimo alitato da Gesù sugli apostoli riuniti nel cenacolo (Gv 20,22). Giorno santo: della gioia, dell’incontro, del rendimento di grazie. Giorno da custodire e difendere nella nostra società, che ha sminuito la valenza del riposo domenicale riducendo la domenica ad un giorno come gli altri. Invece “questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo” (salmo 117,24),
L’incontro con il Risorto nella Messa domenicale non è solo una bella esperienza interiore, vagamente intimistica: spinge ad annunciare il Vangelo sulle strade del mondo. Come discepoli siamo inviati a testimoniare l’amore che ci accende, che rende le nostre parole eco della Parola, che passa da bocca a orecchio, da cuore a cuore. e suscita la fede in Cristo, il cui perdono offre salvezza e pace.26
Sr. M. Rosangela Bruzzone