O Dio, grande nell’amore,
che nel sangue di Cristo versato sulla croce
hai stipulato con il tuo popolo l’alleanza nuova ed eterna,
fa’ che la Chiesa sia segno del tuo amore fedele,
e tutta l’umanità possa bere il vino nuovo nel tuo regno.
A volte pensiamo al Signore come ad un giudice severo che ci osserva dall’alto. Il Vangelo odierno ce lo presenta invece come Sposo! L’immagine nuziale, che nella Bibbia esprime l’alleanza tra Dio e il suo popolo, è suggestiva: evoca un rapporto stabile, unico, fedele, fecondo. A Cana Gesù è solo uno degli invitati alla festa, ma sua madre lo interpella: “Non hanno vino” (Gv 2,3). Se non c’è l’amore, che matrimonio è? Solo Cristo può donare il vino che manca. Non lo crea dal nulla: trasforma l’acqua usata per il rito delle abluzioni. È il vino abbondante della vita che Lui dona. Il vino pigiato sulla croce che celebra l’alleanza nuova ed eterna, basata non più sulla Legge, ma sul Dono.
A Cana la gloria di Dio si manifesta non più, come sul monte Sinai, tra lampi e tuoni, ma nella gioia ritrovata di due sposi. I discepoli capiscono che Dio è lì, presente nella persona del Maestro, che per amore mette la sua potenza a servizio di tutti. L’Eucaristia domenicale durante l’anno sarà un continuo tornare su questo banchetto e su queste nozze, nella sobria ebbrezza dello Spirito, in attesa di bere il vino nuovo del regno. Sentiamo dunque rivolte a noi le parole del profeta: “come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Is 62,5).
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Il vino delle nozze
O Dio, grande nell’amore,
che nel sangue di Cristo versato sulla croce
hai stipulato con il tuo popolo l’alleanza nuova ed eterna,
fa’ che la Chiesa sia segno del tuo amore fedele,
e tutta l’umanità possa bere il vino nuovo nel tuo regno.
A volte pensiamo al Signore come ad un giudice severo che ci osserva dall’alto. Il Vangelo odierno ce lo presenta invece come Sposo! L’immagine nuziale, che nella Bibbia esprime l’alleanza tra Dio e il suo popolo, è suggestiva: evoca un rapporto stabile, unico, fedele, fecondo. A Cana Gesù è solo uno degli invitati alla festa, ma sua madre lo interpella: “Non hanno vino” (Gv 2,3). Se non c’è l’amore, che matrimonio è? Solo Cristo può donare il vino che manca. Non lo crea dal nulla: trasforma l’acqua usata per il rito delle abluzioni. È il vino abbondante della vita che Lui dona. Il vino pigiato sulla croce che celebra l’alleanza nuova ed eterna, basata non più sulla Legge, ma sul Dono.
A Cana la gloria di Dio si manifesta non più, come sul monte Sinai, tra lampi e tuoni, ma nella gioia ritrovata di due sposi. I discepoli capiscono che Dio è lì, presente nella persona del Maestro, che per amore mette la sua potenza a servizio di tutti. L’Eucaristia domenicale durante l’anno sarà un continuo tornare su questo banchetto e su queste nozze, nella sobria ebbrezza dello Spirito, in attesa di bere il vino nuovo del regno. Sentiamo dunque rivolte a noi le parole del profeta: “come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Is 62,5).
Sr. M. Rosangela Bruzzone