O Padre, che sei vicino al tuo popolo
ogni volta che t’invoca,
fa’ che la tua parola seminata in noi
purifichi i nostri cuori
e giovi alla salvezza del mondo.
“Qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?” (Dt 4,7). Quest’espressione stupita di Mosè sulla prossimità di Dio ci fa considerare la storia della salvezza: nell’AT il Signore dà la Legge affinché il suo popolo impari a discernere il bene dal male ed a camminare nella verità; nel NT Gesù si rivela come Parola fatta carne! È Lui la nuova, vera Legge. Piantata nei nostri cuori come seme prezioso per portare concreti frutti nella vita quotidiana. Si accoglie questa Parola coltivando un ascolto docile, disponibile al volere del Maestro, “per essere una primizia delle sue creature” (Gc 1,18), segno di una fecondità futura. Per questo la Colletta chiede che la Parola purifichi i nostri cuori e giovi alla salvezza del mondo.
Nel Vangelo Gesù c’invita a recuperare l’autenticità del nostro rapporto con Dio, a lasciare la religione delle labbra per quella del cuore. Dai cuori “escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (Mc 7,21-22). Come guarire? Anzitutto riconoscendo di essere malati. Poi passando dall’osservanza legalistica (che non ci libera dalla solitudine in cui siamo rinchiusi) all’obbedienza (la quale ci pone in relazione d’amore con Colui che vuol salvarci). Che in questa liturgia domenicale la lode della nostra lingua risuoni nelle profondità del nostro cuore, per trasfigurare la vita nostra e di chi incrocia il nostro cammino.
Sr. M. Rosangela Bruzzone