O Dio, che ti fai conoscere
da coloro che ti cercano con cuore sincero,
donaci la sapienza del tuo Spirito,
perché possiamo diventare veri discepoli di Cristo tuo Figlio,
vivendo ogni giorno il Vangelo della croce.
Il pensiero divino è distante dal modo di ragionare umano. Ma Dio si rivela, si fa conoscere a quanti lo cercano con cuore sincero. L’umile che si apre a Lui diviene sapiente. Tale “sapienza che viene dall’alto” (cf prima lettura) ha per noi il volto di Gesù. Seguire Lui significa scoprire ciò che è gradito al Padre. Non è facile! Nel Vangelo odierno (Lc 14,25-33) il Maestro, attorniato da una folla entusiasta, chiarisce le condizioni della sequela. Anzitutto amarlo con amore preferenziale, capace di posporre gli effetti naturali e persino la propria vita: può esigere tanto perché è Dio. Poi portare la propria croce dietro a Lui, cioè rinunciare all’autosufficienza per donarsi al Signore e ai fratelli. E infine, come spiegano le parabole di chi vuole costruire una torre e del re che va in guerra, ponderare i pro e i contro delle proprie scelte, per impedire illusioni inutili ed evitare fallimenti. Il discernimento non contraddice la fede: la rende più concreta. Nella preghiera lo Spirito ci orienta ad un sano realismo. Perciò ripetiamo con il salmista: “Insegnaci a contare i nostri giorni, e giungeremo alla sapienza del cuore” (89,12). Leggere la caducità dell’esistenza è una via per riconoscere ciò che ha valore e mettere al centro non noi, ma Cristo. È l’esempio di san Paolo: il biglietto a Filemone (seconda lettura) mostra come la fede trasfiguri i rapporti: uno schiavo diventa fratello amato. Quale libertà interiore!
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Veri discepoli
O Dio, che ti fai conoscere
da coloro che ti cercano con cuore sincero,
donaci la sapienza del tuo Spirito,
perché possiamo diventare veri discepoli di Cristo tuo Figlio,
vivendo ogni giorno il Vangelo della croce.
Il pensiero divino è distante dal modo di ragionare umano. Ma Dio si rivela, si fa conoscere a quanti lo cercano con cuore sincero. L’umile che si apre a Lui diviene sapiente. Tale “sapienza che viene dall’alto” (cf prima lettura) ha per noi il volto di Gesù. Seguire Lui significa scoprire ciò che è gradito al Padre. Non è facile! Nel Vangelo odierno (Lc 14,25-33) il Maestro, attorniato da una folla entusiasta, chiarisce le condizioni della sequela. Anzitutto amarlo con amore preferenziale, capace di posporre gli effetti naturali e persino la propria vita: può esigere tanto perché è Dio. Poi portare la propria croce dietro a Lui, cioè rinunciare all’autosufficienza per donarsi al Signore e ai fratelli. E infine, come spiegano le parabole di chi vuole costruire una torre e del re che va in guerra, ponderare i pro e i contro delle proprie scelte, per impedire illusioni inutili ed evitare fallimenti. Il discernimento non contraddice la fede: la rende più concreta. Nella preghiera lo Spirito ci orienta ad un sano realismo. Perciò ripetiamo con il salmista: “Insegnaci a contare i nostri giorni, e giungeremo alla sapienza del cuore” (89,12). Leggere la caducità dell’esistenza è una via per riconoscere ciò che ha valore e mettere al centro non noi, ma Cristo. È l’esempio di san Paolo: il biglietto a Filemone (seconda lettura) mostra come la fede trasfiguri i rapporti: uno schiavo diventa fratello amato. Quale libertà interiore!
Sr. M. Rosangela Bruzzone