«Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo
affidando a noi la parola della riconciliazione» (2Cor 5, 19)
“Facciamo stasera come il figliuol prodigo, il quale esclamò: «Mi alzerò e andrò da mio padre» (Lc 15,18). Vedete: lontani dal padre non si sta bene: e che cosa facciamo là nella solitudine, che cosa facciamo là in compagnia di quegli animali, disputando il cibo con essi, tutti stralunati e laceri, col rimorso nell’anima, e con l’invidia pei fratelli che nella casa del padre godono ogni bene? Quanti operai, infatti, «nella casa di mio padre hanno pane in abbondanza, e io qui muoio di fame!» (Lc 15,17).
Egli è ancora il mio padre, io posso aver sbagliato, posso essere stato ingrato, essere andato lontano da lui, posso aver sprecato i suoi doni e le sue grazie… ma egli è ancora mio padre. Gli dirò: Non son degno di essere chiamato come tuo figliuolo, ma oramai io mi contento di essere trattato come un servo: cioè io non merito più la veste dell’innocenza, ma abbraccerò la veste della servitù… Ricevimi almeno come uno dei tuoi servi: sarò buono, ti servirò con fedeltà, ti amerò anche pel tempo che non ti ho amato… Ora ho capito!”
Beato Giacomo Alberione (SVP 186-187)