O Padre, che soccorri l’orfano e la vedova
e sostieni la speranza di chi confida nel tuo amore
fa’ che sappiamo donare tutto quello che abbiamo,
sull’esempio di Cristo che ha offerto la sua vita per noi
Nelle letture odierne le donne giocano un ruolo predominante: lasciamoci attrarre da questa generosità fiduciosa e discreta che si declina al femminile. La pagina dell’Antico Testamento è speculare a quella evangelica. La vedova di Sarepta (cf 1 Re 17, 10-16) non rifiuta di dare al profeta Elia l’ultima focaccia, rischiando di morire di fame. La vedova presentata da Mc 12, 41-44 deposita tutto ciò che ha nel tesoro del tempio, senza adottare misure di prudenza. Queste due donne sono pronte a donare tutto perché hanno già perso tutto. Sanno che la vita non è un possesso da difendere ad oltranza, ma un bene da condividere. Nella loro “folle” gratuità si nasconde una profonda sapienza, scavata nel tempo dal dolore e dalla solitudine. La totalità del loro dono annuncia la totalità dell’offerta di Gesù che dà se stesso una volta per sempre: il sangue versato non si recupera più! (cf Eb 9, 24-28, seconda lettura). Il nostro “amen” ad ogni Eucaristia ci unisce al suo sacrificio; c’insegna a donare tutto quello che siamo e che abbiamo, colmi di umile speranza e di serena fiducia nell’amore di Dio.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Fidarsi di Dio
O Padre, che soccorri l’orfano e la vedova
e sostieni la speranza di chi confida nel tuo amore
fa’ che sappiamo donare tutto quello che abbiamo,
sull’esempio di Cristo che ha offerto la sua vita per noi
Nelle letture odierne le donne giocano un ruolo predominante: lasciamoci attrarre da questa generosità fiduciosa e discreta che si declina al femminile. La pagina dell’Antico Testamento è speculare a quella evangelica. La vedova di Sarepta (cf 1 Re 17, 10-16) non rifiuta di dare al profeta Elia l’ultima focaccia, rischiando di morire di fame. La vedova presentata da Mc 12, 41-44 deposita tutto ciò che ha nel tesoro del tempio, senza adottare misure di prudenza. Queste due donne sono pronte a donare tutto perché hanno già perso tutto. Sanno che la vita non è un possesso da difendere ad oltranza, ma un bene da condividere. Nella loro “folle” gratuità si nasconde una profonda sapienza, scavata nel tempo dal dolore e dalla solitudine. La totalità del loro dono annuncia la totalità dell’offerta di Gesù che dà se stesso una volta per sempre: il sangue versato non si recupera più! (cf Eb 9, 24-28, seconda lettura). Il nostro “amen” ad ogni Eucaristia ci unisce al suo sacrificio; c’insegna a donare tutto quello che siamo e che abbiamo, colmi di umile speranza e di serena fiducia nell’amore di Dio.
Sr. M. Rosangela Bruzzone