«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto,
così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,
perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.»
(Gv 3, 14)
O Dio, ricco di misericordia,
che nel tuo Figlio, innalzato sulla croce,
ci guarisci dalle ferite del male,
donaci la luce della tua grazia, perché, rinnovati nello spirito,
possiamo corrispondere al tuo amore di Padre.
Nelle prove della vita quotidiana la parola di Gesù, secondo il Vangelo di Giovanni (3, 14-21), ci apre ad un orizzonte di serenità e sicurezza: “non sono stato mandato per condannare il mondo, ma per salvarlo”. Questa è la missione del Figlio di Dio: che nessuno e nulla vada perduto di quanto il Padre ama e ha creato. Non dobbiamo avere paura: su di noi non incombe la scure della condanna, ma la consolazione della salvezza, nella libertà e nella responsabilità di chi vive da figlio di Dio. È la bella notizia di questa quarta domenica di Quaresima, dal nome gioioso e consolatorio: Laetare. Così infatti canta l’antifona di Ingresso: “Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate radunatevi. Sfavillate di gioia con essa, voi che eravate nel lutto. Cosi gioirete e vi sazierete al seno delle sue consolazioni. (Cf. Is 66,10-11)”. Quanta gioia sprizza da questo oracolo di consolazione; una gioia che ci rinfranca nel cammino quaresimale e che ci fa intravvedere la meta luminosa della Pasqua.
Sr. M. Micaela Monetti, pddm