O Dio della pace e del perdono,
che hai inviato il tuo Figlio nel mondo
per dare la sua vita in riscatto per tutti,
concedi alla tua Chiesa
di servire l’umanità intera
ad immagine di Cristo, servo e Signore.
Questa preghiera dà a Cristo due attributi apparentemente contradditori: “Servo e Signore”. Sembrano inconciliabili le due profezie che Gesù realizza nella sua persona: il Servo sofferente che giustifica molti addossandosi le loro iniquità (cf prima lettura, Is 53,10-11) e il Figlio dell’uomo glorioso, che riceve da Dio il potere ed il regno (Dan 7,14). In realtà le due figure esprimono entrambe amore e dedizione. Nel servizio vissuto sino all’offerta della vita Dio rivela la sua grandezza. Ci libera dal male non la via dell’onnipotenza, ma quella del dono di sé.
Ai figli di Zebedeo che chiedono di sedere a destra e a sinistra di Gesù nella sua gloria, il Maestro propone di bere il suo stesso calice e di ricevere lo stesso battesimo: cioè partecipare al suo destino di passione morte e resurrezione. Nel mondo regna la corsa al potere e la sopraffazione? “Tra voi però non è così” (Mc 10,43). Non è un auspicio né un comando, ma un dato di fatto: se “non è così” non c’è sequela né vita cristiana. Il privilegio più grande è servire. Non emergere per primeggiare, ma immergersi nella vita fino alla testimonianza suprema. “Servizio” è il nome esigente dell’amore, la carta d’identità della Chiesa, che don Tonino Bello chiamava “Chiesa del grembiule”,
Oggi, Giornata missionaria mondiale, riscopriamo la vocazione ricevuta nel Battesimo: annunciare il Vangelo a chi non lo conosce, invitare tutti all’incontro con Dio, con la sua pace e il suo perdono.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Servo per amore
O Dio della pace e del perdono,
che hai inviato il tuo Figlio nel mondo
per dare la sua vita in riscatto per tutti,
concedi alla tua Chiesa
di servire l’umanità intera
ad immagine di Cristo, servo e Signore.
Questa preghiera dà a Cristo due attributi apparentemente contradditori: “Servo e Signore”. Sembrano inconciliabili le due profezie che Gesù realizza nella sua persona: il Servo sofferente che giustifica molti addossandosi le loro iniquità (cf prima lettura, Is 53,10-11) e il Figlio dell’uomo glorioso, che riceve da Dio il potere ed il regno (Dan 7,14). In realtà le due figure esprimono entrambe amore e dedizione. Nel servizio vissuto sino all’offerta della vita Dio rivela la sua grandezza. Ci libera dal male non la via dell’onnipotenza, ma quella del dono di sé.
Ai figli di Zebedeo che chiedono di sedere a destra e a sinistra di Gesù nella sua gloria, il Maestro propone di bere il suo stesso calice e di ricevere lo stesso battesimo: cioè partecipare al suo destino di passione morte e resurrezione. Nel mondo regna la corsa al potere e la sopraffazione? “Tra voi però non è così” (Mc 10,43). Non è un auspicio né un comando, ma un dato di fatto: se “non è così” non c’è sequela né vita cristiana. Il privilegio più grande è servire. Non emergere per primeggiare, ma immergersi nella vita fino alla testimonianza suprema. “Servizio” è il nome esigente dell’amore, la carta d’identità della Chiesa, che don Tonino Bello chiamava “Chiesa del grembiule”,
Oggi, Giornata missionaria mondiale, riscopriamo la vocazione ricevuta nel Battesimo: annunciare il Vangelo a chi non lo conosce, invitare tutti all’incontro con Dio, con la sua pace e il suo perdono.
Sr. M. Rosangela Bruzzone