Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre,
per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.
.
Oggi la Chiesa esulta per Gesù assunto in cielo, come canta il ritornello del salmo responsoriale: “Ascende il Signore tra canti di gioia”. In realtà il cielo è il Padre. Cristo vive nel Padre. Così è contemporaneo di ogni uomo, in ogni tempo e luogo. L’ultima immagine che l’evangelista Luca lascia dinanzi ai nostri occhi, come se avesse fermato un fotogramma per sempre, è il suo gesto benedicente. È il sommo sacerdote di cui parla la seconda lettura: ci schiude l’accesso al santuario di Dio, dove Lui è entrato per primo per intercedere a nostro favore. Il circolo dell’Amore trinitario non è più lo stesso! Il corpo glorificato del Figlio porta la nostra umanità con le sue sofferenze e le sue miserie, trasfigurate e redente: la terra ed il cielo si congiungono.
Perciò l’Ascensione è la festa della speranza: non è tanto il mistero della partenza di Gesù quanto l’indice puntato verso la meta ultima della nostra vita e della storia. E la rivelazione del cammino che si apre davanti a noi, l’inaugurazione del tempo della Chiesa. Che non è l’attesa illusoria di un assente, ma è percorrere le strade della missione annunciando il Vangelo e testimoniando la carità sino ai confini della terra. È “condividere con mitezza la speranza che sta nei nostri cuori” come recita il tema dell’odierna Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Addio o un nuovo inizio?
Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre,
per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.
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Oggi la Chiesa esulta per Gesù assunto in cielo, come canta il ritornello del salmo responsoriale: “Ascende il Signore tra canti di gioia”. In realtà il cielo è il Padre. Cristo vive nel Padre. Così è contemporaneo di ogni uomo, in ogni tempo e luogo. L’ultima immagine che l’evangelista Luca lascia dinanzi ai nostri occhi, come se avesse fermato un fotogramma per sempre, è il suo gesto benedicente. È il sommo sacerdote di cui parla la seconda lettura: ci schiude l’accesso al santuario di Dio, dove Lui è entrato per primo per intercedere a nostro favore. Il circolo dell’Amore trinitario non è più lo stesso! Il corpo glorificato del Figlio porta la nostra umanità con le sue sofferenze e le sue miserie, trasfigurate e redente: la terra ed il cielo si congiungono.
Perciò l’Ascensione è la festa della speranza: non è tanto il mistero della partenza di Gesù quanto l’indice puntato verso la meta ultima della nostra vita e della storia. E la rivelazione del cammino che si apre davanti a noi, l’inaugurazione del tempo della Chiesa. Che non è l’attesa illusoria di un assente, ma è percorrere le strade della missione annunciando il Vangelo e testimoniando la carità sino ai confini della terra. È “condividere con mitezza la speranza che sta nei nostri cuori” come recita il tema dell’odierna Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
Sr. M. Rosangela Bruzzone