O Dio onnipotente ed eterno,
che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo ed anima
l’immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio,
fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni,
per condividere la sua stessa gloria.
La tradizione liturgica orientale definisce la solennità odierna “Pasqua dell’estate”: celebra infatti la piena partecipazione di Maria al mistero pasquale del Figlio. Le icone bizantine s’intitolano “Dormizione della Madre di Dio”: sottolineano l’abbandono della Vergine nel sonno della morte senza la paura di morire, tanto che la sua vita è abbracciata da Cristo risorto, centro dell’icona e della storia. L’arte occidentale invece dipinge una tomba vuota: la seconda, dopo quella di Gesù. Dio non ha voluto che Maria conoscesse la corruzione della carne: la sua esistenza fu interamente consumata dall’Amore, perché segnata dalla beatitudine della fede. Anche la nostra vita è accolta, giorno dopo giorno, dalle mani del Padre. Le nostre sofferenze e le nostre gioie, le stesse forze fisiche spese nel servizio ai fratelli, sono l’offerta che prepara la redenzione del nostro corpo. Quello della Madonna è lo stesso nostro destino: è solo questione di tempo. In lei si è compiuto subito, in noi al ritorno definitivo del Signore. Lei “anello d’oro tra noi e l’Eterno, un ponte inarca sul nostro esilio” (Turoldo). Possiamo dunque cantare con lei il Magnificat, l’inno che la Chiesa intona ad ogni vespro, perché l’Onnipotente volga lo sguardo alla nostra “piccolezza” aperta e generosa, spazio libero che gli permette di compiere “grandi cose” nella nostra vita e nella storia.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Innalzata alla gloria
O Dio onnipotente ed eterno,
che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo ed anima
l’immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio,
fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni,
per condividere la sua stessa gloria.
La tradizione liturgica orientale definisce la solennità odierna “Pasqua dell’estate”: celebra infatti la piena partecipazione di Maria al mistero pasquale del Figlio. Le icone bizantine s’intitolano “Dormizione della Madre di Dio”: sottolineano l’abbandono della Vergine nel sonno della morte senza la paura di morire, tanto che la sua vita è abbracciata da Cristo risorto, centro dell’icona e della storia. L’arte occidentale invece dipinge una tomba vuota: la seconda, dopo quella di Gesù. Dio non ha voluto che Maria conoscesse la corruzione della carne: la sua esistenza fu interamente consumata dall’Amore, perché segnata dalla beatitudine della fede. Anche la nostra vita è accolta, giorno dopo giorno, dalle mani del Padre. Le nostre sofferenze e le nostre gioie, le stesse forze fisiche spese nel servizio ai fratelli, sono l’offerta che prepara la redenzione del nostro corpo. Quello della Madonna è lo stesso nostro destino: è solo questione di tempo. In lei si è compiuto subito, in noi al ritorno definitivo del Signore. Lei “anello d’oro tra noi e l’Eterno, un ponte inarca sul nostro esilio” (Turoldo). Possiamo dunque cantare con lei il Magnificat, l’inno che la Chiesa intona ad ogni vespro, perché l’Onnipotente volga lo sguardo alla nostra “piccolezza” aperta e generosa, spazio libero che gli permette di compiere “grandi cose” nella nostra vita e nella storia.
Sr. M. Rosangela Bruzzone