O Padre,
che inviti tutti gli uomini
al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore
passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio,
gustiamo il frutto della libertà vera.
Il Vangelo (Lc 13,22-30) presenta due immagini: una porta ed un banchetto. Le usa Gesù per rispondere alla domanda di un tale: “Sono pochi quelli che si salvano?”. Egli non soddisfa quella curiosità: al sondaggio sui numeri contrappone il coinvolgimento personale. “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Dice questo non per scoraggiare, ma per passare dalle speculazioni astratte sul futuro alle urgenze del presente. Lui apre la porta, Lui è la porta! La festa della vita nuova è un dono offerto a tutti, ma esige che sia conquistato da ognuno. Non sgomitando a forza di privilegi e di meriti, ma con un serio impegno di conversione. Ad un certo punto la porta verrà chiusa: contro di essa s’infrangeranno tutte le pretese di familiarità. E gli ultimi saranno i primi.
La porta stretta richiede uno sforzo, una lotta (il verbo greco contiene il termine “agonia”!). Come quella di Gesù nel Getsemani per accettare la sua passione e morte. La croce non è un destino che Lui subisce, ma una via che abbraccia con libertà. Sceglie di amare fino in fondo sapendo quanto costa. Se vogliamo unirci al suo sacrificio dobbiamo scegliere: rifiutare la sofferenza e considerarla una maledizione, oppure trasformarla in occasione di crescita e di bene per noi stessi e per gli altri. Così scopriremo che Dio ci è vicino come un padre che corregge i suoi figli perché li ama, come spiega Paolo nella seconda lettura (Eb 12, 5-13).
Sr. M. Rosangela Bruzzone
La porta stretta
O Padre,
che inviti tutti gli uomini
al banchetto pasquale della vita nuova,
concedi a noi di crescere nel tuo amore
passando per la porta stretta della croce,
perché, uniti al sacrificio del tuo Figlio,
gustiamo il frutto della libertà vera.
Il Vangelo (Lc 13,22-30) presenta due immagini: una porta ed un banchetto. Le usa Gesù per rispondere alla domanda di un tale: “Sono pochi quelli che si salvano?”. Egli non soddisfa quella curiosità: al sondaggio sui numeri contrappone il coinvolgimento personale. “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Dice questo non per scoraggiare, ma per passare dalle speculazioni astratte sul futuro alle urgenze del presente. Lui apre la porta, Lui è la porta! La festa della vita nuova è un dono offerto a tutti, ma esige che sia conquistato da ognuno. Non sgomitando a forza di privilegi e di meriti, ma con un serio impegno di conversione. Ad un certo punto la porta verrà chiusa: contro di essa s’infrangeranno tutte le pretese di familiarità. E gli ultimi saranno i primi.
La porta stretta richiede uno sforzo, una lotta (il verbo greco contiene il termine “agonia”!). Come quella di Gesù nel Getsemani per accettare la sua passione e morte. La croce non è un destino che Lui subisce, ma una via che abbraccia con libertà. Sceglie di amare fino in fondo sapendo quanto costa. Se vogliamo unirci al suo sacrificio dobbiamo scegliere: rifiutare la sofferenza e considerarla una maledizione, oppure trasformarla in occasione di crescita e di bene per noi stessi e per gli altri. Così scopriremo che Dio ci è vicino come un padre che corregge i suoi figli perché li ama, come spiega Paolo nella seconda lettura (Eb 12, 5-13).
Sr. M. Rosangela Bruzzone