O Padre, che hai accolto l’intercessione di Mosè,
dona alla Chiesa di perseverare nella fede e nella preghiera
fino a quando farai giustizia ai tuoi eletti che a te gridano giorno e notte.
Il brano evangelico odierno (Lc 18,1-8) si chiude con una domanda inquietante: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Possiamo rispondere: “Sì, fino a quando ci sarà anche un solo credente che prega”. La fede infatti va alimentata: è la preghiera a darle continuità. La prima lettura (Es 17,8-13) narra la vittoria d’Israele sugli amaleciti, che ostacolavano il suo cammino verso la Terra promessa. Nella pianura combatte Giosuè, ma sull’altura Mosè tiene le mani alzate verso il cielo. Si staglia ai nostri occhi la collina del Calvario: le braccia stese di Gesù appeso alla croce per riconciliare il cielo con la terra. In realtà la vita di Cristo fu una preghiera incessante: ci ha insegnato che bisogna vivere alla presenza di Dio, consapevoli dei nostri limiti e fiduciosi nel suo aiuto. La vedova della parabola è così insistente che alla fine ottiene dal giudice ciò che ha chiesto. La perseveranza non serve a convincere il Signore ma a convertire noi, a farci attendere Dio non per i suoi doni ma per se stesso. La fede, anima della preghiera, nasce dall’ascolto della Parola. Nella seconda lettura (2 Tm 3,14-4,2) san Paolo presenta a Timoteo come modello la Scrittura. Ispirata da Dio, ci mette a contatto con Lui, che si rivela e ci dà la gioia di comprendere la nostra identità più profonda. Dalla conoscenza scaturisce l’amore: e questo trasforma la vita!
Sr. M. Rosangela Bruzzone
La forza della preghiera
O Padre, che hai accolto l’intercessione di Mosè,
dona alla Chiesa di perseverare nella fede e nella preghiera
fino a quando farai giustizia ai tuoi eletti che a te gridano giorno e notte.
Il brano evangelico odierno (Lc 18,1-8) si chiude con una domanda inquietante: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Possiamo rispondere: “Sì, fino a quando ci sarà anche un solo credente che prega”. La fede infatti va alimentata: è la preghiera a darle continuità. La prima lettura (Es 17,8-13) narra la vittoria d’Israele sugli amaleciti, che ostacolavano il suo cammino verso la Terra promessa. Nella pianura combatte Giosuè, ma sull’altura Mosè tiene le mani alzate verso il cielo. Si staglia ai nostri occhi la collina del Calvario: le braccia stese di Gesù appeso alla croce per riconciliare il cielo con la terra. In realtà la vita di Cristo fu una preghiera incessante: ci ha insegnato che bisogna vivere alla presenza di Dio, consapevoli dei nostri limiti e fiduciosi nel suo aiuto. La vedova della parabola è così insistente che alla fine ottiene dal giudice ciò che ha chiesto. La perseveranza non serve a convincere il Signore ma a convertire noi, a farci attendere Dio non per i suoi doni ma per se stesso. La fede, anima della preghiera, nasce dall’ascolto della Parola. Nella seconda lettura (2 Tm 3,14-4,2) san Paolo presenta a Timoteo come modello la Scrittura. Ispirata da Dio, ci mette a contatto con Lui, che si rivela e ci dà la gioia di comprendere la nostra identità più profonda. Dalla conoscenza scaturisce l’amore: e questo trasforma la vita!
Sr. M. Rosangela Bruzzone