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Domenica della Gioia

Questa domenica, chiamata Domenica della Gioia, ci troviamo nel capitolo 11 di Matteo (Mt 11,2-11).Giovanni Battista era stato imprigionato per ordine di Erode Antipa (Mt 4,12). Dal carcere sente parlare di ciò che Gesù sta facendo e rimane deluso. Aveva annunciato un Messia come giudice escatologico, armato di pala e veniente a portare il fuoco nel mondo come giudizio di Dio (cfr. Mt 3,10, proclamato domenica scorsa). Ora, in prigione, i discepoli gli portano notizie di un Gesù benevolo, disposto a perdonare. Giovanni entra così in una crisi di fede e di credibilità: ha annunciato cose che non sembrano avverarsi e si sente come un falso profeta. Per questo manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù: «Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?»
La risposta di Gesù coincide con ciò che egli fa. Gesù viene a realizzare esattamente quanto i profeti avevano promesso, come Isaia nella prima lettura di questa domenica: «I ciechi vedranno, i muti parleranno, le ginocchia vacillanti riacquisteranno forza». Giovanni comprende e si sente confermato nella sua missione di profeta, imprigionato per la sua fedeltà alla Parola di Dio: «Tra i nati di donna, nessuno è più grande di lui».
In questa domenica, il grande appello è a rimanere saldi. Giovanni non è una canna agitata dal vento, ma un uomo che possiede la fermezza del profeta. Il popolo, desolato dall’esilio, è chiamato a rafforzare i passi vacillanti e a ravvivare la gioia del ritorno (prima lettura). Anche Giacomo raccomanda la perseveranza e la fermezza del contadino che attende la pioggia per far crescere il seme che ha piantato, e insiste: «Non lamentatevi gli uni degli altri, per non essere giudicati».
In questo tempo di Avvento, ravviviamo la lampada della nostra attesa e lasciamo che risuoni in tutta la nostra esistenza il grido insistente e fervoroso: «Vieni, Signore Gesù!». Che egli venga a rinvigorire le mani indebolite e a rendere salde le ginocchia vacillanti; a donare speranza a ogni persona che cerca un senso per la propria vita e ai popoli che anelano alla pace.

Sr. Maria da Penha Carpanedo, pddm

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