O Dio, che nel mistero della Pentecoste
santifichi la tua Chiesa
in ogni popolo e nazione,
diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo,
e rinnova anche oggi nel cuore dei credenti
i prodigi che nella tua bontà
hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo.
“O Dio, che oggi porti a compimento il mistero pasquale del tuo Figlio, effondi lo Spirito Santo sulla
Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra, e tutte le genti giungano a
credere, ad amare e a sperare”
Siamo al 50° giorno dalla resurrezione del Signore. Con la Pasqua il progetto di Dio di salvare
l’umanità è compiuto. Ma deve essere riconosciuto ed accolto: per questo occorre l’azione dello Spirito
Santo. La sua effusione suggella l’opera redentrice del Figlio ed inaugura il mistero della Chiesa come corpo
di Cristo, sale e lievito per il mondo. La buona volontà non basta: la Chiesa non è una società umana, ma uno
strumento di Dio. Perciò la sua preghiera essenziale è l’invocazione dello Spirito come la fonte di tutti i doni.
Anche se nasce a Gerusalemme la Chiesa è universale: il Vangelo è per tutti. Nella prima lettura (At 2,1-11)
il dono delle lingue rende intellegibile l’annuncio in ogni cultura. Anzi, la Chiesa possiede un’unica lingua,
quella della fede, della speranza, dell’amore. Così Pentecoste supera Babele, provocata dalla superbia umana
di salire al cielo con le proprie forze e causa di dispersione dei popoli. E l’unità nella diversità a lodare Dio.
Invochiamo allora continuamente lo Spirito non perché crediamo che non ci sia, ma per ricordare a
noi stessi che è presente, vive in noi e prega in noi. Ci fa chiamare Dio Abbà! (Rom 8,15). Lo Spirito ricrea
nella gioia tutto quello che sfiora. Ne fa fede il salmo responsoriale 103: “Manda il tuo Spirito a rinnovare la
terra”. Ne fanno fede la qualità delle relazioni nelle nostre comunità e la libertà del cuore nella missione.
Sr. M. Rosangela Bruzzone
Pentecoste
O Dio, che nel mistero della Pentecoste
santifichi la tua Chiesa
in ogni popolo e nazione,
diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo,
e rinnova anche oggi nel cuore dei credenti
i prodigi che nella tua bontà
hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo.
“O Dio, che oggi porti a compimento il mistero pasquale del tuo Figlio, effondi lo Spirito Santo sulla
Chiesa, perché sia una Pentecoste vivente fino agli estremi confini della terra, e tutte le genti giungano a
credere, ad amare e a sperare”
Siamo al 50° giorno dalla resurrezione del Signore. Con la Pasqua il progetto di Dio di salvare
l’umanità è compiuto. Ma deve essere riconosciuto ed accolto: per questo occorre l’azione dello Spirito
Santo. La sua effusione suggella l’opera redentrice del Figlio ed inaugura il mistero della Chiesa come corpo
di Cristo, sale e lievito per il mondo. La buona volontà non basta: la Chiesa non è una società umana, ma uno
strumento di Dio. Perciò la sua preghiera essenziale è l’invocazione dello Spirito come la fonte di tutti i doni.
Anche se nasce a Gerusalemme la Chiesa è universale: il Vangelo è per tutti. Nella prima lettura (At 2,1-11)
il dono delle lingue rende intellegibile l’annuncio in ogni cultura. Anzi, la Chiesa possiede un’unica lingua,
quella della fede, della speranza, dell’amore. Così Pentecoste supera Babele, provocata dalla superbia umana
di salire al cielo con le proprie forze e causa di dispersione dei popoli. E l’unità nella diversità a lodare Dio.
Invochiamo allora continuamente lo Spirito non perché crediamo che non ci sia, ma per ricordare a
noi stessi che è presente, vive in noi e prega in noi. Ci fa chiamare Dio Abbà! (Rom 8,15). Lo Spirito ricrea
nella gioia tutto quello che sfiora. Ne fa fede il salmo responsoriale 103: “Manda il tuo Spirito a rinnovare la
terra”. Ne fanno fede la qualità delle relazioni nelle nostre comunità e la libertà del cuore nella missione.
Sr. M. Rosangela Bruzzone