O Dio, che nella passione di Cristo nostro Signore
ci hai liberati dalla morte,
eredità dell’antico peccato
trasmessa a tutto il genere umano,
rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio;
e come abbiamo portato in noi,
per la nostra nascita,
l’immagine dell’uomo terreno,
così per l’azione del tuo Spirito
fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste.
La liturgia del Venerdì santo comincia in silenzio: il silenzio di chi è consapevole del proprio peccato e della propria miseria, il silenzio che prepara a riconoscere nella croce il segno di una misteriosa vittoria. È offerto il racconto della passione di Gesù scritto dall’evangelista Giovanni, che inizia e si conclude in un giardino: Cristo ha assunto e riscattato la colpa del primo Adamo, l’uomo ha ritrovato l’originaria bellezza deturpata dal peccato. Sul Golgota la Parola si fa silenzio, la Verità si comunica a noi con il dono dello Spirito. Un evento di vergogna e d’infamia diventa evento di gloria e di luce. Cristo vivifica la morte facendone il sigillo dell’agire di Dio che è Amore, amore fedele ed eterno, amore di misericordia che scusa e perdona. Dall’acqua e dal sangue sgorgati dal costato trafitto del Signore nasce la Chiesa, affidata alla Vergine Madre. Rigenerata dal Battesimo e nutrita dall’Eucaristia, la Chiesa celebrerà nel tempo la Pasqua del vero Agnello, fino alla consumazione dei secoli.
Sr. M. Rosangela Bruzzone