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Chi ha il Figlio ha la vita

O Dio, ricco di misericordia,
che nel tuo Figlio, innalzato sulla croce,
ci guarisci dalle ferite del male,
donaci la luce della tua grazia, 
perché, rinnovati nello spirito,
possiamo corrispondere al tuo amore di Padre.

 

Questa quarta domenica di Quaresima, tradizionalmente chiamata Laetare, è permeata di letizia: all’antifona d’ingresso (“Rallegrati!”) fa eco il ritornello del salmo responsoriale: “Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia”. Perché rallegrarci? Le letture bibliche ci offrono la risposta: Dio è ricco di misericordia!

Nell’esilio babilonese il popolo intravede la speranza di un ritorno in patria nel re persiano Ciro, in cui Dio suscita il desiderio di ricostruire il tempio di Gerusalemme. San Paolo ricorda agli Efesini che siamo salvati per grazia mediante la fede. E l’evangelista Giovanni afferma che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. Quel “dare” ha avuto uno sviluppo drammatico: si è spinto fino al sacrificio sulla croce. Gesù è stato “innalzato” come il serpente di bronzo nel deserto: chi lo guardava dopo essere stato morso veniva guarito. Quest’immagine dice la nostra realtà di creature ferite e redente. La malattia è tale da portarci alla morte eterna. Però esiste il rimedio: contemplare il Crocifisso. Nient’altro può guarirci se non quest’Amore “ostinato” che non s’impone, ma si propone ed offre la vita eterna a chi si apre alla fede.

È possibile rifiutare un tale Amore? Sì. Chi sceglie di non credere si condanna da sé e si esclude dalla salvezza: terribile responsabilità! L’incontro sacramentale con la Luce che è Cristo ci rinnovi, ci faccia venire alla luce per operare la verità. La verità rende liberi!

Sr. M. Rosangela Bruzzone

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