Madre M. Arcangela Brugiolo
Madre M. Arcangela – Carmela Brugiolo, nata il 16 luglio 1924 in Italia, era una donna di fede, carità e tanta speranza! Era stata scelta per andare in missione a piantare i primi semi della nostra congregazione… Aveva iniziato la sua vita missionaria in America, precisamente in Canada, dove il Divin Maestro l’aveva ben preparata prima di poter raggiungere l’Africa, Paese a cui teneva molto anche Madre M. Scolastica! Fu inviata nel Congo belga, per dare vita ad una nuova fondazione, nel cuore del Continente, dove la Società San Paolo, che già era presente, aveva richiesto la presenza delle Pie Discepole del Divin Maestro nella capitale: Kinshasa. Alla domanda su come avesse ricevuto questa missione, disse:
“Nel luglio del 1961, mentre mi trovavo nella nostra comunità di Sanfrè, ricevetti una lettera da Madre Maria Lucia Ricci, Superiora Generale in quel tempo. Sulla busta c’era scritto: «Prima di leggere questa lettera, vai nella cappella davanti al Tabernacolo e prega lo Spirito Santo e la Vergine Maria». Avevo pregato e anche pianto per l’emozione, perché non sapevo cosa Dio volesse da me. Dopo aver pregato, ho aperto la lettera dove mi veniva posta una domanda: «Sei pronta a lasciare di nuovo l’Italia per una nuova fondazione nel Congo Belga?». Madre Lucia chiedeva la mia disponibilità. La vita missionaria non mi era nuova, perché qualche anno prima avevo partecipato alla fondazione della nostra presenza in Canada con suor M. Cornelia De Toffoli e suor M. Gabriella Massariol. Ma in Africa! Il fatto di essere stata una pioniera in America non mi permetteva di esserlo anche in Congo. Non sapevo molto del Congo, sapevo solo che aveva appena ottenuto l’indipendenza il 30 giugno 1960 e che c’era la guerra in alcune regioni. Dopo aver pregato, ho accettato di andare in missione”.
Nel frattempo le notizie dal Congo erano ancora preoccupanti. Chiesi a Madre Lucia: “Con chi dovrò condividere l’avventura della missione?”. Mi rispose: “Con le sorelle M. Monica Battajello e M. Giuditta Beltramo, professe da due anni la prima e da pochi mesi la seconda”. Ho conosciuto sr. M. Monique, che all’epoca era l’autista della comunità nella nostra Casa Madre di Alba. Quanto a sr. M. Giuditta, si trovava a Roma ed ero andata a Roma per conoscerla e per incontrare il Fondatore, che mi disse: “I padri hanno bisogno della presenza delle Pie Discepole, della vostra preghiera, poiché le difficoltà sono numerose per iniziare l’apostolato. Solo la vostra preghiera può ottenere loro la grazia dell’apostolato. Non abbiate paura!”.
Sei mesi dopo questi eventi, Suor M. Giuditta e io ci preparammo a partire per il Congo con la Maestra Tecla Merlo, che andava a visitare le Figlie di San Paolo. Il viaggio fu un pellegrinaggio attraverso gli aeroporti d’Italia, a causa della nebbia che ne impediva la visibilità! Siamo partite da Roma passando per Milano, poi per l’aeroporto di Torino e di nuovo a Roma. Infine, dopo 24 ore di attesa, il 1° novembre 1961, siamo decollati per il Congo. All’aeroporto di Leopoldville (Kinshasa), la Famiglia Paolina era lì ad accogliere Maestra Tecla e noi. Non avendo ancora una casa nostra, la comunità delle Figlie di San Paolo ci aveva offerto ospitalità, dove ci siamo fermate i primi diciotto giorni, successivamente riuscimmo ad avere una piccola casa presso la Società San Paolo.
Sull’apostolato:
“Le nostre giornate trascorrevano tra preghiera e pulizia nei locali abitati dai nostri fratelli paolini. La nostra piccola comunità si completò con l’arrivo di suor M. Monique. Eravamo in tre, come i Re Magi! Ci eravamo moltiplicate per tre: gioia, preghiera, sacrificio, ma soprattutto speranza. Una mattina, padre Raphaël Tonni, superiore dei Paolini, ci chiese: «Sorelle, sapete cucire?». Alla risposta affermativa, ci affidò il compito di confezionare le tuniche per i sacerdoti e i fratelli discepoli paolini. Questo fu l’inizio del nostro apostolato liturgico nella Chiesa locale. Nel 1975, su richiesta di Sua Eminenza il Cardinale Joseph Albert Malula, alle suore fu affidata la gestione di una comunità presso l’USUMA (Unione delle Superiore Maggiori), un ostello per le suore di passaggio a Kinshasa. Madre Arcangela, donna di fede, attenta ai segni dei tempi, aderisce alla dinamica pastorale del Cardinale, che auspica una Chiesa dal volto veramente congolese, nell’espressione teologica, nell’evangelizzazione e nella liturgia, è così che ha iniziato il suo apostolato liturgico, cercando di annunciare Gesù Maestro alla cultura locale con ornamenti liturgici, mobili in legno, statue, tabernacoli e croci di legno in collaborazione con artisti locali. Suor M. Imelda racconta: “Il 1° giugno 1974, Papa Paolo VI nominò padre Floribert Songasonga vescovo di Kolwezi, nel Katanga. Per l’occasione, dovevo realizzare una bella mitra. Madre Arcangela ebbe l’idea di decorare la mitra con perline di malachite (una pietra preziosa che si trova in questa regione). È stata la mitra più bella originale e in sintonia con il luogo che avessi potuto realizzare”.
Fondazioni :
Dopo aver acquistato la prima casa a Lubumbashi il 5 agosto 1967, giunse il momento di comprare una casa a Kinshasa, la capitale del Congo. Qui scoprimmo la forza, la perseveranza e la resistenza di Madre M. Arcangela, la casa apparteneva a una famiglia congolese che l’aveva venduta volentieri alle Pie Discepole, il proprietario aveva già rescisso il contratto con l’affittuario, un soldato portoghese, ma quest’ultimo non voleva lasciare la casa, al punto da minacciare le suore di morte. Madre M. Arcangela, da buona custode della famiglia, si impegnò per risolvere il conflitto, le minacce di morte continuarono ma, in occasione della beatificazione della Beata Suor Marie Clémentine Annuarité Nengapeta[1] una delle nostre suore doveva accompagnare le sorelle della futura Beata all’incontro con il Presidente della Repubblica, fu in questa occasione che suor M. Jacqueline, già preparata per questa missione, informò della triste situazione il presidente Mobutu, che a sua volta promise di risolvere il conflitto al più presto. Lo stesso giorno, ordinò alla guardia presidenziale di sfrattare il signore portoghese dalla casa, minacciando di espellerlo dal Paese se avesse opposto resistenza, e ordinò ai militari di assicurarsi che la terra fosse restituita alle suore. La guardia presidenziale rimase di piantone fino a quando le suore non si trasferirono nella nuova comunità, in questo modo le suore vinsero la causa e recuperarono la casa dove oggi si trova la sede della Delegazione. Dopo essersi assicurata che le sorelle fossero al sicuro, Madre M. Arcangela, piccola di statura ma grande di cuore e di spirito, non esitò a confrontarsi con i grandi e i buoni di questo mondo, per ottenere giustizia quando necessario. Si ritirò per un certo periodo nella comunità del Divin Maestro a Lubumbashi, per riprendersi dai traumi causati dalla situazione sopra descritta.
Madre Arcangela ci ha lasciato l’eredità di una fede viva e attiva. Fece ritorno definitivamente a Roma nel 1993 e tornò in Congo nel 2001 per celebrare il 40° anniversario della fondazione. Nonostante la distanza, il suo cuore è rimasto in Congo. Nel maggio 2019, durante la visita di una sorella congolese, consegnò il suo passaporto per il Congo, in quell’occasione disse: “Poiché non posso più venire in Congo, prendetelo e tenetelo. Vi voglio ancora bene”. Oggi il passaporto si trova negli archivi della delegazione. Ogni volta che una di noi si recava a Roma ed andava a trovarla, lei con estrema attenzione chiedeva informazioni su ogni sorella, sull’apostolato e sulle vocazioni…
“Madre, per noi sei un’orchidea, una pianta fiorita che allarga le sue radici nell’aria senza paura delle intemperie, in attesa di mettere radici nella terra. Per Dio è arrivato il momento di seppellire le tue radici nella terra. «Dio si è dimenticato di chiamarmi», come ti piaceva dirci a voce o per iscritto, quando eri ancora forte! Come possiamo dimenticarti dal momento che ringiovanisci ogni volta che incontri le Pie Discepole congolesi di passaggio in Italia? I rami dell’albero non possono dimenticare le radici che li sostengono. Riposa in pace e saluta le Pie Discepole che sono state missionarie con noi e che stanno contemplando il volto di Dio”.
Questo è un estratto dell’orazione funebre pronunciata da una delle nostre sorelle alla morte di, suor Arcangela, partita per il suo ultimo viaggio missionario, in Paradiso, il 30 Marzo 2023 dove siamo certe che continuerà ad intercedere per tutte le sorelle incontrate, le giovani conosciute e le intenzioni ricevute!
[1] Sr. Annuarita, martire congolese dalla Congregazione della Santa Famiglia, è stata beatificata il 15 agosto 1985 da San Giovanni Paolo II.