Madre M. Giliana Mason
“Vivrai da discepola”
Il mio nome di battesimo è Scolastica. Grazie a mio padre confuciano e mia madre cattolica, sono cresciuta ricevendo un’istruzione rigorosa, ma, d’altra parte vivevo nel cattolicesimo in un’atmosfera molto libera. Quando ho incontrato per la prima volta Madre Giliana, la prima cosa che mi ha detto è stata che avrei vissuto da discepola! Mi disse che il nome della prima Pia Discepola era proprio Scolastica e mi affidò a lei, dicendomi che mi avrebbe aspettata ed avrebbe pregato affinché il Signore mi avesse fatto comprendere la mia vocazione! Se ci penso, oggi, credo che il suo entusiasmo sia stato fondamentale per coltivare e prendermi cura del seme della vocazione nascosto in me!
“Andiamo avanti con fede!”
A causa di una malattia congenita soffrivo spesso di pressione alta e di gravi epistassi, quindi ho dovuto chiedere un permesso speciale per entrare in convento, temendo che in futuro potesse divenire una disabilità. Prima della Professione, su consiglio della Madre, avuta come maestra di noviziato, abbiamo deciso di pregare insieme la novena a Timoteo Giaccardo che ora è Beato, lui aveva dato la sua vita per le Pie Discepole, e noi gli chiedemmo la grazia della mia salute. Nel giorno in cui la novena terminò, dopo la celebrazione della Prima Professione, le epistassi cessarono miracolosamente e le sorelle nel riconoscere questa grazia, si rallegrarono con me! È stata una grande opportunità per me, nel riconoscere profondamente come sia importante avere fede e, da quel giorno vivo nella grazia e con salute.
“Gesù sa tutto. Non perdo la pace!”
Sr. M. Giliana è venuta in Corea alla giovane età di 28 anni e vi è rimasta per trentatré. Per lungo tempo è stata maestra delle novizie e si è dedicata a trasmetterci e coltivare la spiritualità secondo il carisma del fondatore. Ha sempre obbedito a Madre Ancilla Belesso* e così ci ha dato un meraviglioso esempio di servizio alle sorelle maggiori; mi auguro che tutte potremo santificarci con il suo stesso atteggiamento di servizio verso gli anziani, di amore per le sorelle, di compassione per gli ammalati.
Nella società coreana così come nella nostra comunità, è stata spesso ingiustamente fraintesa a causa di incomprensioni dovute a culture completamente diverse, la nostra e la sua di origine, ma, con la sua grande umiltà era capace di chiedere perdono, anche quando chiaramente la colpa non era sua! Una volta ci fu un’occasione in cui le dissi che mi preoccupavo per lei con rammarico e rimpianto, lei mi rispose: “Non preoccuparti, Gesù sa tutto e mi dà il coraggio e il conforto di cui ho bisogno. Gesù è la mia unica ricompensa”.
Sono entrata in convento desiderando una vita contemplativa, silenziosa e le sue parole quella volta mi rimasero così impresse che divennero per me nutrimento spirituale, sostenendomi in molte prove, errori e futilità vissute da consacrata!
“Incontriamoci in paradiso”
Lei è una donna di grande fede ma che è stata anche tanto provata, come l’oro nel fuoco! Per adattarsi alla cultura coreana ha dovuto adattarsi al nostro cibo in un periodo di grande povertà in cui mangiavamo la pasta con un peperoncino molto piccante, soffriva la malnutrizione dovuta ad alimenti molto differenti e le sue gengive erano tutte danneggiate.
Una volta ricordo che a causa del freddo rigido, di un inverno coreano, le venne una paralisi al nervo facciale e, ricorremmo ad un’agopuntura da un abile anziano nel cuore della notte, questo permise al suo viso di tornare alla normalità. Successivamente la superiora sr. M. Grazia Leonardi** riuscì a procurarle anche del cibo italiano!
Nel giorno della Prima Professione del gruppo di cui facevo parte, salimmo in terrazza, dopo aver fatto l’ultima Adorazione notturna da novizie e lei ci disse: “Chiedo scusa per la confusione causata dalla mia imperfetta conoscenza della lingua, tuttavia, sono certa che non vi mancherà la conoscenza della vita religiosa e del carisma. Andate sempre avanti con fede. Continueremo a stare unite nella preghiera ed un giorno ci rivedremo in Paradiso”. Le professe del nostro gruppo chiamato ‘fede’, vivono ancora oggi con spirito di fede e di gratitudine nei suoi confronti.
Quando ho riflettuto sul mio desiderio di tornare a casa, dopo la Prima Professione, affinché non diventassi un peso in Convento, a causa della mia malattia, Madre Giliana mi disse: “Torni a casa? Teresa, questa è casa tua, dove vai?”. Queste parole mi hanno fatta vivere continuamente offrendo la mia povertà totalmente a Dio e alla Congregazione.
Prima di decidere qualcosa consultava sempre le nostre Costituzioni, ci diceva che l’Angelus era il rinnovamento dei voti religiosi e ci ha insegnato varie frasi della Sacra Scrittura che sarebbe stato importante conoscere bene per interiorizzare al meglio il carisma della Pia Discepola. Ci diceva che le buone abitudini sono virtù, e, ci chiedeva di esercitarle sin dalle piccole cose, come ad esempio l’attenzione nel mettere sempre le cose al proprio posto!
Durante il noviziato ho sperimentato la crisi vocazionale, sentivo che tutto andava controcorrente, percepivo il freddo negli occhi della maestra e negli sguardi delle consorelle, come se fossi divenuta un gran peso. Vivevo così giorno dopo giorno con il cuore pesante, e mi sono ritrovata a dubitare della mia vocazione; pensai: “In questo dolore, in cui non c’è ombra di gioia, e mi appesantisco ogni giorno sempre più, probabilmente dovrei comprendere che è un segnale e non ho vocazione, ma, sarà meglio che ne parli con Madre Giliana prima di decidere da sola cosa fare!”. Così andai a parlare con lei con determinazione e lei mi chiese: “Cosa sta succedendo?”. Il modo con cui mi guardò in quel momento fu quello di una madre piena di gentilezza amore e compassione, le aprii il mio cuore che si stava chiudendo e raffreddando, e le dissi: “Madre, se non ho vocazione devo andare via…” lei mi rispose con fermezza: “Chi ti ha detto che non hai vocazione? Sii umile, cerca di fare comunione con le consorelle”. Quel giorno mi sembrò di aver ricevuto in anticipo dalla Madre il sigillo della vocazione. Sono andata avanti con speranza e coraggio confortata da queste parole. Anche in seguito, ho avuto molte difficoltà, ma ricordavo l’incontro avuto con Madre Giliana, e ritrovavo forza e coraggio per proseguire!
Sono profondamente riconoscente a Madre Giliana per avermi insegnato e aiutato a vivere e camminare conformandomi sempre più allo stile di una vera Pia Discepola!
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* Madre Ancilla Belesso è nata nel 1924, è entrata in Congregazione nel 1940, ha fatto la Prima Professione Religiosa il 25 marzo 1943 ed è morta il 1° settembre 2014. È stata missionaria negli Stati Uniti, nel Giappone ed in Corea.
** Suor Maria Grazia Leonardi è nata nel 1936. È stata missionaria in Corea dal 1968 al 1975 ed attualmente si trova nella comunità di Bordighera, in Italia.