Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, così si esprime: “La presenza dei migranti e dei rifugiati – come, in generale, delle persone vulnerabili – rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità. Ecco perché “non si tratta solo di migranti”, vale a dire: interessandoci di loro ci interessiamo anche di noi, di tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti; ascoltando loro, diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta perché oggi non è ben vista”.
A tutte le Pie Discepole, rimane l’invito a celebrare, questa giornata con un gesto concreto in comunità e che venga estesa a coloro che accanto a noi, hanno bisogno della nostra accoglienza, della nostra carità e della nostra compassione.
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Ricordandoci sempre che non c’è bisogno di andare chissà dove, il migrante non diventi una giustificazione o un’alternativa per continuare a non guardare il vicino di casa solo, la famiglia del condominio in difficoltà con l’ultima bolletta, il coinquilino disperato, tuo marito o tua moglie o i tuoi figli o le tue sorelle che non guardi in faccia, lo zingaro della tua parrocchia che si mette sempre sulle scale…
Un passo alla volta, dai più vicini, si allargano i cuori, specie se ricevi tu per primo questo Amore.
Come sempre, lasciamoci toccare da Dio affinchè “possiamo anche noi consolare con la stessa consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2 Cor 1, 4)